COMUNICATO STAMPA
BULL ITALIA di Rende: la CISL chiede l’immediato ritiro dei licenziamenti e il
rilancio dei siti.
(dichiarazione del Segretario Generale dell’UST-CISL Paolo Tramonti e della RSU-CISL Paola Panuccio)
Siamo molti preoccupati della gravissima situazione in cui versa il settore ICT
nel nostro territorio. Le scelte di chiusure, ristrutturazioni e disimpegni attuate
da moltissime società, in particolare dalle molte Multinazionali, richiedono
risposte politiche forti per non disperdere il patrimonio di professionalità
esistente, l’elevato know-out e le specificità del settore.
Quanto sta avvenendo con il Gruppo Bull che ha deciso di eliminare in Italia le
attività industriali, di progetto e di sviluppo, contraendo gli investimenti e
lasciando una mera attività commerciale e di servizi, prevalente sul mercato
della Pubblica Amministrazione, con i livelli occupazionale che in questi anni
sono scesi dai precedenti 5.000 agli attuali 561, lascia seriamente riflettere.
Anche perché tutto questo avviene mentre il Gruppo annuncia risultati positivi
e nuovi investimenti, che stridono con i nuovi tagli previsti nei prossimi mesi e
con la nuova ristrutturazione in atto in Italia che prevede la chiusura di 8 sedi
su 14 e il licenziamento di 83 dipendenti. Contestualemte è sconcertante
apprendere che l’Azienda ha rinunciato al sostegno delle risorse del P.I.A. per
svariati milioni di euro, fondi che sarebbero stati necessari per il rilancio delle
attività.
In questo quadro emerge in modo drammatico la realtà della sede Bull di
Rende dove la stragrande maggioranza degli impiegati e dei tecnici rischia di
perdere il proprio posto di lavoro. Di fronte a questo scenario la CISL rifiuta
l’ennesimo piano di riduzione occupazionale, e chiede il ritiro immediato delle
procedure di licenziamento per tutti i dipendenti interessati che ritiene
illegittimo e incompatibile con l’accordo siglato il 31 marzo 2005 che istituiva i
contratti di solidarietà fino al termine del 2006.
Il Sindacato non può accettare che a pagare siano sempre i lavoratori rispetto
scelte aziendali e a Piani sindacali che non hanno centrato i propri obiettivi. E’
necessario una forte assunzione di responsabilità dell’Azienda che deve chiarire
i propri obiettivi attraverso un nuovo piano industriale, investendo sulle
persone e valorizzando il ruolo dei Contratti di Solidarietà, secondo quanto già
espresso nel Documento sindacale di proposta e confronto già presentato alle
Società.
In questo senso la CISL si appella alle Istituzioni, alle forze politiche e alla
responsabilità del Governo in particolare per non veder svanire una delle
principali Aziende Metalmeccaniche del Paese e una delle poche presenze
industriali nel nostro territorio.
Proprio per queste ragioni la CISL ribadisce il pieno sostegno alle iniziative di
lotta e mobilitazione in atto e a suo tempo programmate non escludendo forme
eclatanti di protesta fino a quando il senso di responsabilità e il rispetto della
dignità dei lavoratori non saranno ripristinati. A questo proposito la FIM-CISL,
assieme alle altre Organizzazioni sindacali, ha dato mandato al proprio ufficio
legale per ricorrere contro l’illeggittimtà della procedura di mobilità.
La FIM-CISl assieme alle altre Organizzazioni ha dato mandato
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