COMUNICATO STAMPA
Per contrastare e combattere la piaga sociale del lavoro nero ed irregolare e dell’economia sommersa molto
diffusa in Calabria ,urgentemente la Giunta e il Consiglio Regionale della Calabria devono predisporre una
legge regionale che preveda la stazione unica appaltante regionale , l’estensione del DURC in tutti i settori
produttivi, norme drastiche che scoraggino l’utilizzo delle aziende al lavoro irregolare.
La CISL Regionale ha chiesto con una circostanziata lettera a firma del Segretario Generale Luigi
Sbarra e del componente la segreteria Domenico Zannino, indirizzata al Presidente del Consiglio
Giuseppe Bova e della Giunta Regionale Agazio Loiero, agli Assessori Regionali al Lavoro Nino De
Gaetano e Lavori Pubblici Luigi Incarnato e a tutti i Capi Gruppo Consiliari regionali, l’apertura di
confronto per arrivare in tempi brevi ad una legge regionale sugli appalti.
Tale provvedimento si rende necessario quanto impellente secondo la CISL Calabrese per contrastare e
combattere il triste quanto inquietante primato che vede la Calabria ai primi posti nelle graduatorie nazionali
per economia sommersa con oltre il 30% e ricorso al lavoro nero ed irregolare dove da anni e puntualmente
anche questo anno è stata confermata questa piaga sociale di sfruttamento e di negazione dei diritti dei
lavoratori e di concorrenza sleale tra le aziende, visto i dati pubblicati ultimamente dalla Direzione Regionale
del Lavoro relativi al 2006 e dal rapporto dello SVIMEZ del febbraio 2007 , dove su 10.000 aziende
ispezionate nei diversi settori (terziario e servizi, industria e costruzioni, agricoltura) oltre il 50% sono risultate
irregolari e 3 lavoratori su 10 risultano irregolari.
Per la dimensione e la diffusione generalizzata sul territorio calabrese che investe migliaia di lavoratori ed
imprese sul piano del riconoscimento ed applicazione dei diritti, della legalità, della concorrenza sleale e della
trasparenza, per la CISL bisogna agire senza indugi con misure forti di contrasto all’illegalità diffusa ed al
sommerso predisponendo una normativa regionale inserendo ulteriori vincoli e deterrenti per evitare e
scoraggiare le aziende a trovare conveniente e ricorrere facilmente, specie negli appalti pubblici, all’utilizzo di
lavoro irregolare e nero .
Per queste ragioni la CISL ritiene prioritario qualificare le azioni di contrasto al lavoro irregolare e
dell’economia sommersa, alla trasparenza ed alla legalità nella gestione di tutti i flussi finanziari e della spesa
pubblica, con misure e provvedimenti legislativi ed amministrativi che prevedano una stazione unica
appaltante regionale,unitamente a centri unici di spesa in tutti i settori a cominciare dalla sanità per appalti di
lavori, servizi e forniture per dare un carattere di uniformità e unitarietà e di coordinamento nell’immenso
mondo degli appalti; all’estensione del DURC documento unico di regolarità contributiva già previsto dalla
Finanziaria 2007 e che va esteso a tutti i settori produttivi e ai subappalti e non solo all’edilizia e all’agricoltura.
Al Governo Regionale chiediamo d’uscire dall’ordinario e dal quotidiano per fare un passo avanti con una serie
di priorità utili:
• al superamento del criterio del massimo ribasso per decidere sull’offerta economicamente più
vantaggiosa soprattutto negli appalti di fornitura di servizi;
• l’adesione all’Ente Bilaterale del settore per poter accedere a qualsiasi contributo regionale e
all’osservanza delle norme in materia di sicurezza sul lavoro;
• all’inserimento di clausole in grado di penalizzare le aziende che fanno ricorso al lavoro irregolare,
attraverso la risoluzione immediata o la riduzione temporale del contratto e all’interdizione temporale
dai futuri appalti (comprese le aziende subappaltatrici);
• all’inserimento di indici di congruità sull’incidenza dei costi della manodopera rispetto ai costi
complessivi;
• all’impegno dell’ente appaltante a pagare entro tempi certi i SAL (stato di avanzamento lavori) dietro
presentazione dei certificati di corretezza contributiva, previsti dal DURC;
• all’istituzione di una banca dati regionale dove far convergere tutte le aziende sanzionate;
• ad impegnare l’Ente, affinché garantisca in caso di inottemperanza delle imprese appaltatrici e
subappaltatrici, al pagamento delle competenze dirette ed indirette dei lavoratori.
Lamezia Terme, 20 . 02. 2007