E’ TRASCORSO UN ANNO DALL’ALLUVIONE NEL VIBONESE.
Il 3 luglio 2006 un cataclisma di dimensioni imprevedibili colpiva il territorio di Vibo Valentia,
provocando 4 vittime, decine di feriti e danni incalcolabili alle abitazioni civili, alle infrastrutture
( strade, reti idrica e fognante, ferrovia, scuole, impianti sportivi) e alle aziende che operano
nell’area industriale di Portosalvo.
Tanti gli attestati di solidarietà delle Sedi Cisl territoriali, sia confederali che categoriali, pervenuti
alla USR Calabria e all’UST di Vibo Valentia.
Quasi emblematicamente voglio ricordare una telefonata accorata del mio carissimo amico Roberto
Soncin, con il quale abbiamo realizzato un gemellaggio tra l’Ust delle Venezia Orientale e quella di
Vibo negli anni 2000, quando entrambi ricoprivamo la carica di Segretari Generali. Una profonda
stima e amicizia continua a legarci, come succede spesso nella nostra organizzazione.
Ho rassicurato allora Roberto sulle condizioni della mia famiglia, anche se ho dovuto evidenziare
la drammatica situazione in cui erano costretti a vivere tanti abitanti delle frazioni di Vibo Marina,
Bivona e Longobardi. A lui ho manifestato anche la rabbia per la scarsa considerazione con cui
l’informazione nazionale ha dato la notizia e adesso, a distanza di un anno, rischiamo di restare
ancora una volta soli con la nostra già tragica storia di territorio emarginato e fragile.
La bonifica delle spiagge delle marinate, la riapertura della Piazza di Bivona, i lavori per la
costruzione della nuova Scuola Elementare di Bivona sono significati interventi già attuati, ma
pochi rispetto all’immane danno ambientale e alle infrastrutture già carenti e ancora con i segni
evidenti del disastro.
Nonostante l’importante ruolo svolto dalla Camera di Commercio nel censimento dei danni alle
attività industriali e commerciali prima, il responso favorevole, seppur travagliato, del Cipe poi,
tanto resta da fare per risollevare le aziende in ginocchio e centinaia sono i lavoratori che hanno
paura di perdere il posto se non saranno erogate rapidamente le risorse indispensabili per riavviare il
sistema produttivo, una volta finita la cassa integrazione.
Troppe ancora le famiglie senza casa, anche se accanto alla disperazione si scorge la dignità dei
calabresi che, nonostante tutto, hanno avviato la fase di ricostruzione.
Permanendo di fatto lo stato di calamità naturale, con potenziali rischi per le comunità interessate,
ricordiamo al Presidente del Consiglio Prodi e al suo Governo le promesse di interventi strutturali
per la messa in sicurezza del territorio Vibonese.
Ora al danno si accompagna la beffa; infatti tra i tagli previsti per ridurre il debito pubblico, in vista
della prossima finanziaria, vi è quello per le piccole Province (inferiori a 200.000 abitanti), con la
paventata soppressione delle Prefetture, delle Questure, dei Comandi Provinciali dei Vigili del
Fuoco e delle Direzioni provinciali delle Entrate.
In Calabria Vibo e Crotone rischiano di perdere queste significative presenze di uno stato che a
parole predica il decentramento e la sicurezza dei cittadini e nei fatti colpisce in maniera cinica chi
ha un tessuto sociale debole e a rischio come quello calabrese.
Pur registrando una previsione poliennale del bilancio della Regione Calabria per
l’assunzione di mutui, mirati a favorire il ripristino delle infrastrutture primarie, il “caso”
Vibo merita più consistenti interessamenti e, soprattutto, straordinarie risorse ai vari livelli
(comunitari, nazionali, regionali).
Mi auguro, pertanto, che la mobilitazione delle forze cosciali e politiche possa consentire di
recuperare e rendere fruibili i finanziamenti per i danni alluvionali, a incominciare dal POR
Calabria, nella logica dei fondi strutturali che devono creare condizioni migliori di vivibilità
soprattutto dei territori più deboli e degradati.
Occorre una particolare vigilanza in sede di dibattito parlamentare, per confermare la pari
dignità delle Province, annullando la proposta della chiusura delle Prefetture e degli altri
uffici periferici dello Stato nelle realtà istituzionali di piccole dimensioni.
Oggi, ad unno di distanza, partecipiamo con profonda commozione al dolore delle famiglie delle
vittime, auspicando la rinascita del nostro martoriato territorio.
Un ricordo pieno di commozione e gratitudine a quanti hanno prestato la loro opera di pronto
intervento e solidale aiuto, Istituzioni, Chiesa, Associazioni di volontariato.
Un ringraziamento particolare rivolgo infine alla Segreteria Nazionale, per conto della quale
l’amico GIORGIO SANTINI ha immediatamente attivato una serie di iniziative a tutela delle
popolazioni del Vibonese e che ancora oggi segue con grande attenzione l’evolversi della vicenda ai
tavoli negoziali nazionali.
Come cittadino vibonese impegnato nel sociale sento il dovere di spendermi al massimo perché si
diano risposte concrete ai bisogni delle fasce deboli delle martoriate comunità delle marinate e
delle zone interne della nostra Provincia, in stretta sinergia con gli amici dei Sindacati Confederali
Territoriali e Regionali che stanno alacremente assumendo ogni più idonea iniziativa per
accelerare e completare le fasi della ricostruzione.
NON BISOGNA ABBASSARE LA GUARDIA , ANZI E’ IL MOMENTO DI RISCOPRIRE I
GRANDI VALORI DELLA SOLIDARIETA’ E DEL SENSO DELL’APPATENENZA,
PERCHE’ SOLO COSI’ RIUSCIREMO A RESTITUIRE DIGNITA’ E CITTADINANZA ALLE
TANTE PERSONE CHE CON DOLORE E RABBIA RIVENDICANO LE GIUSTE RISPOSTE
AI LORO ORMAI IMPROCRASTINABILI BISOGNI.
Vibo Valentia, li 5 luglio 2007
Raffaele Blandino – segretario USR CISL Calabria
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