Lamezia Terme 16 luglio 2009
Comunicato Stampa
Piscioneri (Segretario Generale Adiconsum Calabria): “Le guardie mediche vanno considerate
non fonte di spreco da abbattere ma avamposti estremi di tutela per la salute del cittadino”
In una comunità degradata, come quella Calabrese, la classe politica per uscire da queste sacche di
diffusa precarietà dovrà esercitarsi con impegno ad un nuovo modo di gestire.
“Va reinventato il governo delle nostre comunità “, che hanno l’esigenza di essere rappresentate in
funzione alle difficoltà che vive il territorio. Gente dei campi, delle zone interne, delle comunità
periferiche, oggi costantemente impegnati a difendersi dai ripetuti attacchi alle vecchie conquiste,
frutto di partecipazione e strumento di elevazione sociale e culturale.
Un appello alla memoria, chiamata in questo caso a rivelare l’umiltà e la dignità di storie e volti
dimenticati, di dare cittadinanza civile a generazioni di uomini e donne che con caparbietà decidono
di non abbandonare le loro terre, le loro case i loro affetti. Sta cambiando il volto dell’agire
quotidiano con programmi pubblici non sempre gestiti bene che rendono improbabile, se non
impossibile, la riuscita di un buon servizio, anche quando gli scenari disegnati meritano particolare
attenzione. Siamo alle guardie mediche, esempi di tante buone pratiche e giuste intuizioni, che
invece di essere emulate e migliorate parte l’offensiva per la loro chiusura.
Sono scelte scellerate, da cambiare che finiscono per colpire, come sempre le fasce più deboli delle
nostre comunità.
Non è tagliando i servizi preposti alla tutela della salute della gente che si risolvono i problemi dei
calabresi e la politica sbaglia, quando pensa di superare la precarietà economica facendola ricadere
sulle spalle di chi già vive il disagio della marginalità. I provvedimenti regionali ultimi di
reintroduzione della compartecipazione del cittadino alla spesa sanitaria non danno licenza di
chiusura delle guardie mediche, avamposti in territori dove le istituzioni, da tempo hanno iniziato
un processo di dismissione di servizi .
Il territorio calabrese è costellato di chiusure di uffici postali, banche, scuole, ospedali, posti di
polizia, guardie mediche ecc.. La elevata schiera di servizi dismessi sgretola i collaudati sistemi di
armonizzazione che negli anni passati hanno agito per portare crescita e legittimazione individuale
con lo stato attento a non trascurare mai la fruibilità, rimuovendo costantemente le difficoltà di
accesso ai servizi.
L’equità e la condivisione del benessere non possono essere messe in discussione da riforme e
processi di decentramento che allontanano dal contesto nazionale pezzi importanti di paese. I
cittadini di questa nostra terra sanno che c’è ancora molta strada da fare per quelle che devono
essere le trasformazioni, così come sono convinti che l’asse degli interessi non può girare intorno a
risparmi che prevedono solo tagli di risorse e soppressioni di servizi fondamentali.
Questa è la via della irresponsabilità, che semina sdegno e sgomento e finisce per privare la gente
dall’essenziale senza nessuno in grado di valutarne le conseguenze.
Servono azioni di governo locale che contribuiscono a regolare processi di costruzione di garanzie e
di tutele e non di demolizione di servizi.
Il Segretario Generale
Romolo Piscioneri